Per mantenere inalterato il potere d'acquisto nel tempo è bene porre le basi per un'efficace pianificazione previdenziale. Gli Exchange Traded Funds possono essere lo strumento innovativo capace di raggiungere tale obiettivo. L'obiettivo della pianificazione previdenziale può essere ripartito in due differenti sottoinsiemi la cui sommatoria costituisce come risultante finale il mantenimento inalterato del tenore di vita post pensionamento.
In particolare possono essere individuati un livello economico teso al finanziamento dei bisogni per dir così di "sopravvivenza" (abitazione, consumi primari) e una più composita aggregazione rappresentata invece dai consumi "elaborati" (università della terza età, costi sociali).
L'orientamento prevalente è quello di identificare come serbatoio di risorse per i primi la previdenza integrativa intesa in senso classico (fondi pensione negoziali, fondi pensione aperti, piani individuali di previdenza), la cui peculiarità è rappresentata dal beneficiare di profittevoli vantaggi fiscali (deducibilità contributi, tassazione ridotta dei rendimenti in fase di accumulazione) ed uno "scorrimento" strettamente parallelo ai requisiti contemplati dalla previdenza di base con riferimento all'an della prestazione finale (requisiti di pensionamento obbligatorio) ed al suo quomodo (100% sotto forma di rendita o 50% massimo sotto forma di capitale 50% comunque sotto forma di rendita). Al sostentamento dei bisogni non primari, intendendosi per tali quelli non strettamente fisiologici, possono essere invece finalizzate le soluzioni di previdenza per di così "libera", vale a dire non strettamente correlate al funzionamento del sistema pensionistico pubblico o privatizzato delle Casse libero professionali. In ottica pianificatoria si prevede allora la costruzione di una strategia complessiva tesa al raggiungimento dell'obiettivo di un retirement sereno con il concorso di più strumenti in combinazione sinergica. L'ingegneria finanziaria tende a proporre sempre più come possibile veicolo innovativo di investimento finalizzato gli Etf, acronimo con cui si indicano gli Exchange Traded Funds.
Conoscere il rischio
Passaggio preliminare che può essere propedeutico ad una migliore costruzione del proprio percorso previdenziale, è quello di procedere ad una descrizione di quali siano i fattori organici del rischio di un investimento.
L'investimento finalizzato deve sicuramente salvaguardare il proprio potere d'acquisto; esiste allora un rischio inflazione da fronteggiare. Altro profilo è legato alla eventuale necessità di uno smobilizzo anticipato, quello che si definisce rischio liquidità : la possibilità quindi di ‘uscire' anticipatamente dall'investimento senza subire minusvalenze in conto capitale.
Esiste poi un rischio interesse, l'alea cioè che alla scadenza o in caso di rimborso anticipato il risparmiatore non possa reinvestire allo stesso tasso di prima, ma solo a condizioni peggiorative.
Al movimento dei tassi di interesse è legato anche il concetto di volatilità, vale a dire una misura statistica che indica l'ampiezza media dell'oscillazione dei rendimenti di un titolo: ampia volatilità significa ampie possibilità di oscillazioni e quindi grandi rischi; bassa volatilità significa piccole oscillazioni e quindi bassi rischi.
Tassi d'interesse in rialzo comportano una riduzione del prezzo del titolo a reddito fisso, in particolare di quelli con cedola fissa (Btp), tassi d'interesse in ribasso comportano un aumento del prezzo del titolo a reddito fisso, in particolare di quelli con cedola fissa.
Esistono allora titoli poco rischiosi, che sono quelli i cui prezzi fluttuano poco, ma come rovescio della medaglia si limitano a crescere lentamente garantendo rendimenti bassi ma stabili nel tempo: sono le obbligazioni a breve (di emittenti privati e titoli di Stato) e gli altri titoli che costituiscono la liquidità.
Esistono poi titoli rischiosi che sono tali perché i loro prezzi possono subire sensibili oscillazioni con conseguenti forti guadagni o perdite (in caso di vendita).
Le azioni rispetto alle obbligazioni sono portatrici di una maggiore redditività attesa, ma anche di una minore volatilità nel lungo termine rispetto al breve: il primo fenomeno prende il nome di premio al rischio azionario (equity premium), il secondo di diversificazione temporale (time diversification).
Tristemente saltato agli onori della ribalta esiste poi un rischio default, legato alla possibile insolvenza dell'emittente di un titolo; emittente che può essere una società ma anche uno Stato (rischio Paese). Esiste ancora per titoli espressi in valuta un rischio di cambio, legato a possibili oscillazioni della divisa.
Esiste poi un rischio figurativo, il costo opportunità; vale a dire il rendimento superiore di cui si sarebbe potuto beneficare attraverso l'investimento in strumenti alternativi. E' il classico elemento aleatorio cui si può fare riferimento in relazione ad un investimento eccessivo in liquidità.
Investire a rate
Altra tappa prima di procedere ad una disamina più compiuta ed esaustiva dello strumento Etf e del suo utilizzo potenziale in ottica previdenziale, è quella di delineare un metodo all'interno del quale collocare tale modalità di investimento. La via da prospettarsi sembra essere quella della costruzione di un programma di accumulo, con la maturazione quindi di un montante gradualmente crescente attraverso una serie di esborsi anche contenuti rateizzati nel tempo. I vantaggi di cui la formula pac può essere portatrice sono rappresentati:
• dalla possibilità di poter, attraverso tale siffatta modalità meglio conciliare la esigenza di risparmio con il più complessivo piano delle spese familiari
• dalla diversificazione temporale, mediando cioè le quotazioni di ingresso sul mercato al fine di calmierarne il rischio. Si attiva cioè una esposizione progressiva e scalettata nel tempo attenuando la volatilità dell'investimento
L'obiettivo finanziario che un piano orientato ad una finalità previdenziale deve porsi deve essere infatti quello di una crescita graduale e costante del montante nel tempo, minimizzando l'alea.
L'antidoto migliore per ‘scudare' il proprio portafoglio previdenziale è quello di operare allora una corretta diversificazione, identificabile sia in senso temporale, ed in questa prospettiva si inserisce l'effetto beneficio del Pac, che in senso orizzontale, profilo sul quale l'utilizzo degli Etf può conferire davvero valore aggiunto. Ponendosi poi in prospettiva pensionistica è importante poi cercare di pianificare con oculatezza la durata del periodo di accumulo (particolarmente per i giovani) anche per meglio calibrare l'asset allocation, la frequenza e l'entità dei versamenti.
Potrebbe essere poi una davvero utile una approssimazione numerica, compito tutt'altro che semplice, di quelle che potrebbero essere le esigenze che si intendono soddisfare.
Cosa sono gli Etf
Gli Exchange Traded Fund, nati negli Stati Uniti negli anni '90 e introdotti in Italia attorno al 2002, sono fondi che si propongono la finalità di replicare l'andamento di un paniere di titoli o indici di Borsa. Sono caratterizzati da una gestione ‘passiva', ovvero attuata per replicare nel modo più accurato possibile l'andamento del benchmark di riferimento. Sono quotati nei mercati regolamentati con la garanzia quindi della liquidabilità e la loro negoziazione non prevede l'esistenza di lotti minimi di sottoscrizione, pertanto è possibile acquistare anche una sola azione o quota. Non essendo seguiti da un gestore nel senso fisico del termine ma attraverso software che consentono di replicare in maniera autonoma indici predefiniti, hanno livelli di onerosità molto più contenuti dei fondi comuni di investimento (non esistono nel caso degli Etf commissioni di ingresso o di uscita e la commissione di gestione è molto più bassa). Il prezzo di negoziazione, così come per le azioni, è determinato dall'incrocio tra domanda ed offerta; in Italia gli Etf sono trattati sul Mercato telematico azionario della Borsa italiana, negoziati e regolati in euro. La liquidità viene garantita da soggetti istituzionali autorizzati, definiti ‘market makers', che hanno il compito di garantire continuativamente proposte di acquisto e vendita, con precisi obblighi di quantità e prezzo che garantiscano l'efficienza degli scambi.
Gli Etf sono poi uno strumento molto trasparente, dal momento che il Nav (Net Asset Value), cioè il valore del portafoglio sottostante l'Etf Viene calcolato e pubblicato giornalmente a mercati chiusi, così come avviene per i fondi comuni.
La peculiarità di questi strumenti finanziari, dal punto di vista fiscale, è che possono dare origine sia a redditi di capitale sia a redditi diversi. I redditi di capitale sono costituiti da:
• proventi periodici: sono quelli eventualmente distribuiti, spesso erroneamente indicati come "dividendi";
• redditi derivanti dall'incremento del valore del Nav: differenza positiva tra il valore del Nav al momento della vendita ed il valore del Nav alla data di acquisto.
I redditi diversi sono costituiti dai capital gain realizzati a seguito della vendita delle quote, calcolati come differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto dell'Etf al netto dei redditi di capitale conseguiti. I redditi derivanti dagli Etf sono soggetti a diversi regimi fiscali a seconda che si tratti di Etf ‘armonizzati' cioè conformi alle direttive europee, o ‘non armonizzati'. Attualmente, tutti gli Etf quotati in Borsa Italiana sono armonizzati.
Per una persona fisica che abbia optato per il regime del risparmio amministrato si ha che:
• per gli Etf armonizzati , ai redditi di capitale si applica una ritenuta a titolo d'imposta del 12,50% ed ai redditi diversi si applica l'imposta sostitutiva del 12,50%. La Banca applicherà automaticamente l'imposizione fiscale ed effettuerà tutte le incombenze previste dalla normativa; l'investitore non dovrà indicare nulla nella propria dichiarazione dei redditi;
• per gli Etf ‘non armonizzati' ai redditi di capitale l'intermediario applica una ritenuta del 12.50% a titolo di acconto ed ai redditi diversi una imposta sostitutiva del 12.50%. I redditi di capitale assoggettati a ritenuta d'acconto dovranno essere indicati nella dichiarazione dei redditi e tassati in base all'aliquota marginale. Per i redditi diversi l'intermediario applicherà in via definitiva l'imposta sostitutiva e nulla dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi
Un piano in Etf orientati lla pensione
Alcuni broker consentono di realizzare attraverso gli Etf dei piani di accumulo del capitale (Pac) ma in ottica di binario accompagnamento ai fondi pensione, quindi con la esigenza di rendere quanto più è possibile flessibile il piano, sembra preferibile l'ipotesi di costruire un programma di investimento self made e non predefinito. Si rende così possibile in ogni momento modificarne la periodicità con relativa frequenza dei versamenti, variarne l'importo in rapporto al proprio ciclo economico familiare, sospenderlo, interromperlo nel caso in cui si ritenga di avere accumulato a sufficienza o si intenda investire altrimenti.
Il vantaggio in ottica previdenziale dell'utilizzo degli Etf si identifica nella possibilità di aggiungere alla diversificazione temporale una efficacissima diversificazione orizzontale.
Con gli Etf è possibile infatti comprare con un'unica operazione, tutti i titoli che compongono gli indici rappresentati: una determinata area o un comparto settoriale (immobiliari, farmaceutici, tecnologici, energetici.) In questo modo si riesce a diversificare l'investimento su un ampio numero di titoli riducendo il rischio che esiterebbe viceversa in un portafoglio altamente concentrato. Esiste poi una vastissima scelta a disposizione dei risparmiatori con centinaia di proposte differenti sia per profilo di rischio che per valuta degli investimenti, per area geografica, per settore merceologico (è opportuno consultare la lista con prospetti e dati sul sito di Borsa italiana). Non va sottovalutato l'effetto economicità che si esalta particolarmente su orizzonti temporali di medio lungo periodo.
L'asset allocation del programma
Nell'investimento in Etf in senso previdenziale è importante delineare in primo luogo un'asset allocation strategica (dalla cui validità secondo gli esperti dipende il 90% del risultato finale) e successivamente quella tattica.
L'ottica life cycle assume validità anche nella fattispecie Etf partendo ad inizio carriera con investimenti azionari per poi ribilanciare nel corso del tempo con componenti obbligazionarie fino ad arrivare in prossimità del pensionamento su componenti monetarie (recente l'introduzione dell'Etf che riflette l'evoluzione di un investimento giornaliero in strumenti a bassissimo rischio remunerati al tasso Eonia, Euro over night index average, il mercato interbancario dell'Eurozona).
Durante il periodo di accumulazione attraverso l'azionario si possono alternativamente acquistare poi Etf espressione di mercati diversificati includendo anche l'investimento sui Paesi emergenti che soprattutto su orizzonti ampi possono esprimere l'elevato potenziale di crescita. Negli acquisti alternati può essere interessante poi inserire nel proprio portafoglio anche le commodities, le materie prime, espressione di quella economia reale che sembra riprendere vigore in parallela all'economia finanziaria. A tale mercato può accedersi anche attraverso gli Etf: in particolare in Borsa italiana esiste il segmento Etf Plus dedicato agli Etf ‘specializzati' (sull'oro, sui metalli) e agli Etc (Exchange Traded Commodities). Sono forme particolari di Etf , negoziati in Borsa come delle azioni che replicano passivamente la performance della materia prima o dei panieri di materie prime a cui fanno riferimento. La particolarità è che consentono di prendere posizione anche su una singola materia prima (oro, petrolio, gas, zucchero, soia, zinco) possibilità preclusa agli Etf che devono invece garantire un certo grado di diversificazione per ragioni di natura regolamentare.
Agosto 2008
autore: Carlo Giuro
Fonte: Diritto & Pratica del lavoro - Settimanale di amministrazione e gestione del personale - Ipsoa Editore